Il riepilogo di emissioni che conduce la maggior parte di noi è ormai conosciuto nelle monete che modellano l’euro, sistemato in un primo momento per essere ancora più differenziato nei vari “pezzi” ma che una volta rimosse di fatto le monete da 1 e 2 centesimi, ancora in corso di valore ma non più create in Italia da anni, sono diventate da “tutti i giorni” e soprattutto la moneta da 2 euro pare essere una delle più semplici da identificare ma anche una delle più comuni sia numericamente che dal punto di vista delle rappresentazioni.
Diverse forme di moneta da 2 euro infatti appaiono essere per natura più rare di altre, condizione sottolineata anche da esemplari generati in numero minore. Ci troviamo nella situazione del “pezzo” messo in evidenza da una moneta da 2 euro, che è anche una moneta sostanzialmente recente, con cui magari abbiamo anche avuto a che fare e può possedere un valore molto di più del valore facciale.
Moneta da 2 euro che vale una fortuna: ecco di quale si tratta
La zecca di Roma, ossia quella italiana, si occupa non solo di accrescere le emissioni nostrane ma anche quelle per piccole realtà come il Vaticano e San Marino, che sostanzialmente non fanno parte dell’Unione Europea, ma che essendo in qualche maniera dipendenti dallo stato italiano che all’opposto ne fa parte (è uno dei membri fondatori), fanno in ogni caso ricorso all’euro.
Specialmente il Vaticano, il più piccolo stato riconosciuto come tale, Erede dello Stato Pontificio, conserva una rilevante figura diplomatica e politica non solo in Italia, e possiede le proprie monete, sia quelle standard, ma anche quelle celebrative da 2 euro, che hanno un aspetto differente e sono a loro maniera, uniche. Una delle più importanti è senz’altro l’emissione dedicata al 500° anniversario dalla costituzione del Corpo delle Guardie Svizzere, ancora oggi parecchio simbolico ed iconico, che fin dal Rinascimento si occupano della difesa del Papa.
Oggi sicuramente sono più che altro qualcosa di cerimoniale ma proseguono nell’essere molto dotate di un rigido addestramento e selezione, distinguibili dalle famose divise, elmi ed alabarde fermamente evidenti. La coniazione è stata ideata proprio nel 2006, a 500 anni esatti dalla fondazione del corpo delle Guardie Svizzere, come evidenziato anche dalla stessa coniazione che presenta i due anni 1506 e 2006, con al centro una guardia Svizzera intenta a giurare come di solito all’inizio della propria “carriera”.
Parliamo di una moneta decisamente rara, una delle più difficili da rinvenire in Italia, di questo tipo, specialmente in buono stato, una di queste emissioni infatti può far ricavare da circa 50 euro in buono stato fino a 250 euro a fior di conio, miglior stato pensabile.