La partita IVA corrisponde ad una forma di struttura economica indispensabile, in Italia, per la corretta funzione lavorativa e gestione delle imposte legate all’attività lavorative, essendo qualcosa di indospensabile per chi è inquadrato come lavoratore autonomo. In Italia la Partita IVA viene utilizzata da sempre più figure lavorative, dai liberi professionisti fino ai freelancer. Si tratta di una categoria di figure professionali in ascesa, che da anni viene regolamentata da diverse forme di tassa, quindi imposta, ed anche per il 2024 questa categoria di lavoratori dovrà corrisponderne in quantità.
In particolare la nuova Manovra da parte del governo attuale ha formalmente reso un po’ meno vantaggioso dal punto di vista economico essere autonomo, almeno secondo le indiscrezioni.
Una nuova tassa porterà un pagamento necessario in aggiunta alle tradizionali imposte corrisposte a cadenza regolare.
Hai la Partita IVA? Ecco la nuova tassa che pagherai dal 2024
La partita IVA presenta una tassazione che infatti riflette le capacità di reddito annuali, come per i privati, organizzate in scaglioni che saranno altresì modificate. Se per la fine del 2023 i titolari di partita IVA potranno essere avvantaggiati di un rinvio della regolarizzazione delle imposte IRPEF nella seconda rata (si parla di tutti i titolari di regime ordinario fino a 175 mila euro e i 700 mila forfettari attualmente attivi in Italia) questi dovranno considerare le nuove forme di scaglioni in primo luogo, che porteranno ad un sistema di calcolo delle imposte diverso.
Trattandosi di una figura diversa quella del lavoratore che fa ricorso alla partita IVA, l’ordinamento burocratico italiano deve per forza di cose considerare “casi a parte” anche in ambito delle imposte, spesso apportando a soluzioni “a tempo”.
Le aliquote IRPEF infatti dal prossimo anno corrisponderanno ad una percentuale del 23 % per i redditi fino a 28 mila euro (attualmente a 23 % ci sono i redditi da 15.000,01 a 28.000 euro) mentre da 28.001 a 50.000 si applica la percentuale IRPEF del 35 %.
L’ultima manovra però rende anche diversa l’attuazione dell’ISCRO, la cassa integrazione per le partite IVA, che richiederà un importo maggiore della tassa che si applica ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata, ossia tutti coloro che possedendo una qualsiasi tipologia di partita IVA, svolgono un’attività per la quale non è prevista una specifica cassa previdenziale.
Data la nuova regolarizzazione dell’ISCRO, sono previste imposte sensibilmente maggiori per questa categoria, anche se è ancora difficile definirne i reali impatti, che saranno ovviamente commisurati alla tipologia di entrate medie.