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Ricerca: Un gruppo di Bari scopre un test per riconoscere le leucemie

La leucemia mieloide cronica è una malattia diffusa anche all’interno del nostro Paese: in Puglia, in particolare, si registrano 70 casi l’anno. Per tale ragione sono molti gli studiosi che operano nel territorio italiano alla ricerca di cure e di migliori strumenti di diagnostica.

Pochi giorni fa è giunta l’incredibile notizia di una scoperta, fatta da un gruppo di ricercatori trentenni di Bari, sostenuti economicamente dall’Associazione italiana contro le leucemie. I ricercatori in questione hanno scoperto un test che raggiunge direttamente la cellula leucemica e che ne consente una diagnostica tempestiva, più rapida rispetto a quella attuale.

Si tratta di un test poco costoso e quindi di facile applicabilità in laboratorio: “Si è sempre lavorato sulle proteine che una cellula leucemica rilascia e che però danno informazioni indirette sulla malattia – spiega Francesco Albano, supervisore dello studio – invece con il nostro test i pazienti potranno finalmente prendere decisioni più mirate sulla loro terapia”.

Il gruppo di ricerca, che ha pubblicato i risultati sulla rivista Oncotarget, è composto da ricercatori fra i 28 e i 30 anni dell’Unità operativa semplice “Terapie innovative integrate con le tecnologie biomolecolari”, afferente all’Unità operativa complessa di Ematologia con trapianto dell’Università di Bari, diretta da Giorgina Specchia.

Quest test, scoperto dalla ricerca degli studiosi di Bari, potrebbe consentire non solo una diagnosi della malattia più rapida, ma anche il riscontro della qualità delle terapie e l’individuazione di pazienti candidati alla sospensione del trattamento farmacologico.

Il test, inoltre, consentirebbe di conteggiare il numero delle cellule leucemiche: “L’impossibilità di misurare la quantità di cellule leucemiche fino ad oggi – dichiara Giorgina Specchia – era imposta da limiti tecnici che impedivano l’impiego della misurazione diretta della quantità di cellule leucemiche nel paziente. In passato sono stati compiuti in tal senso dei tentativi rivelatisi però troppo laboriosi e costosi per poter essere impiegati nella pratica diagnostica”.